Basta parlare di noi disabili, una volta tanto parliamo dei nostri vicini.
Li incontri per strada, sono gentili i tuoi vicini, garbati, falsamente premurosi. Ti salutano come se fossi uno di loro, ma alle riunioni di condominio diventano dei farabutti pronti a complicarti la vita disabilmente già complicata di per sé.
Quante volte abbiamo letto che a causa di un ascensore guasto un disabile non può uscire di casa per mesi? Le più furiose assemblee di condominio si accordano in 5 minuti per ritinteggiare una facciata per un costo di 24 mila euro ma non riescono a trovare mai una lira per sostituire quel relè che rimetterebbe in moto l’ascensore. Inventano le scuse più banali: “Il pezzo costa troppo”, “Stiamo valutando offerte”, “Deve venire dalla Germania”, ho capito, ma è passato più di un mese, che lo stanno portando a piedi da Dusseldorf?
Diciamoci la verità, pochi vorrebbero un disabile come vicino di casa, l’ apparenza è un’altra ma inganna. Va bene l’ umana comprensione verso un handicappato, ma averlo come vicino questo no, non esageriamo.
Un mio amico ha cambiato casa da poco, per bypassare quei 4 gradini che portano all’ascensore bisognerebbe fare un piccolo scivolo ma il condominio non se ne fotte proprio. Nel frattempo lui in carrozzina per arrivare all’ascensore si è attrezzato come un alpinista in cordata che deve affrontare una parete a sbalzo. Lo spazio per lo scivolo c’è e si vede ma l’amministratore nicchia perché, dice, che il Comune non concede i permessi. Ma come? Per far diventare tutti i sottotetti del palazzo dei simpaticissimi e comodi miniappartamenti il permesso l’hai avuto in 3 ore ed ora per mettere un po’ di cemento inclinato il comune dice di no? Amministratore dillo chiaramente che te ne fotti, dillo che lo scivolo in quel palazzo non vedrà mai la luce sin quando non si rompe un femore tua mamma o non gli viene la sciatica a tua moglie, solo così, miracolosamente usciranno tutti i permessi anzi sarai tu stesso amministratore che prenderai caldarella e cazzuola e porrai la prima pietra per lo scivolo.
Per non parlare del posto auto nel cortile, quello più vicino al portone, quello che fa gola ad ogni disabile. Quello il diversamente abile se lo sogna. I vicini si riuniscono di notte come i carbonari di mazziniana memoria, nei posti segreti non rilevati neanche da Google Maps e le studiano tutte per metterglielo in quel posto al disabile che brama il parcheggio e non glielo assegneranno neanche se viene Santa Maria Teresa di Calcutta in persona con in mano la cartella clinica dell’interessato benedetta e siglata da Padre Pio. Niente.
Va bene tutto, ma la cattiveria evitatecela; mi rendo conto che noi disabili possiamo rappresentare un intralcio per il vicino tignoso e indifferente ma viceversa, credetemi, molti vicini rappresentano una grande rottura di coglioni per il disabile tranquillo e riservato.
Per esempio io ho avuto sempre vicini fastidiosi, petulanti, insolenti e presuntuosi e per anni li ho combattuti, io seduto e loro impiedi, e oggi, alla mia quasi veneranda età, posso dire che, disabilmente parlando, il vicino più inaccettabile è quello rumoroso.
Tale vicino è un vero castigo di Dio, credetemi la rumorosità è peggio, molto peggio della disabilità.
Pensateci bene, tutti abbiamo un vicino rumoroso e, chi pensa di non averlo, significa che il vicino rumoroso è proprio lui.
Il vicino non disabile ma rumoroso è un essere all’apparenza normale, un signore gentile che ti guarda con sospetto quando ti vede circolare in carrozzina ma che appena si chiude in casa si trasforma in una sorte di replicante metà uomo metà flex, trapano, compressore, fresa, tornio, martello demolitore e avvitatore nucleare, tutte cose dalle quali non si separa mai e dalle quali ha deciso di non far separare neanche te.
Il vicino non disabile ma rumoroso si muove in casa in un alone assordante ma non se ne rende conto, anzi nessuno dei suoi familiari se ne rende conto altrimenti mi dovrebbero spiegare cosa cazzo fanno col flex tutti i sabato pomeriggio o col compressore a pistone tutte le sante domeniche mattina.
Il vicino rumoroso è sempre rumoroso; se una cosa si può fare anche in silenzio lui non la fa, lui ha bisogno di condividere rumorosamente col mondo intero quello che fa. Se per esempio lava la sua auto, chiaramente con i sistemi più rumorosi, tipo pompe, aspiratori e scope elettriche, non lo fa in un giorno feriale ma solo nelle feste comandate, quando anche le colf filippine riposano stremate e quando tu cerchi di recuperare un po’ di sonno perso in settimana. Lui vigila sul tuo riposo per non fartelo fare, sgrassa la propria auto che tu alla quarta volta che riparte il compressore vai da lui in mutande e carrozzina nel suo frastuono infernale tipo Italsider di Taranto per dirgli: “Un lavaggio costa 10 euro, io te ne do 30 se mi lasci chiudere gli occhi mezz’ora”.
Non c’ è niente da fare i vicini rumorosi smerigliano, bucano e tagliano in continuazione sordi e sorpresi a tutte le tue lamentele. Di lui, che veramente spacca le palle a tutti, non si lamenta nessuno; coinquilini e proprietari del palazzo sono troppo presi a rompere il cazzo al disabile che chiede per pietà di attivarsi per un ascensore che non sale o per uno scivolo che non c’è.
Ancora oggi convivo con il mio vicino rumoroso che solo casualmente è anche l’amministratore del palazzo. E’ una persona normodotata, ma io, disabile, considerò lui mio “disabile della porta accanto”.
di Lello Marangio – bylello@alice.it